Il paradosso della tecnologia che cura i danni provocati dalla tecnologia

Articolo tratto dalla rubrica “Il Benessere secondo Matteo” della rivista Area Wellness.

Di Matteo Brusaferri.

Digital Wellbeing, ovvero la fusione di due parole, Digitale e Benessere, fra le più usate negli ultimi vent’anni. Secondo Wikipedia (ovviamente non ho rispolverato un vecchio tomo della Treccani), il Digital Wellbeing sarebbe: la capacità di creare e mantenere una relazione sana con la tecnologia. 

Tuttavia, questo concetto, nei suoi stessi termini, si presenta come un paradosso. Sappiamo tutti, infatti, quanto abuso si faccia di ogni novità tecnologica che ci viene proposta dal mercato. Tant’è che, poco importa che sia per ragioni professionali, ludiche o commerciali, la tecnologia viene attualmente considerata una delle prime cause di stress. 

Sono però lontani i tempi in cui, per ridurre questo stato psicofisico, ci si immergeva in una pozza d’acqua calda. Oggi per contrastarlo appaiono indispensabili altre tecnologie e più accessori elettronici. On-line si trovano dei giochi ideati per ricreare un benessere mentale, oppure che premiano quei giocatori capaci di affrontare situazioni di stress, tramite esercizi di respirazione e modifiche di errate abitudini e stili di vita non salutari (segnalo: “Calm”, “Breathe2Relax” e “Superbetter”).
Da Google Play è possibile scaricare ben oltre 10.000 app che si dicono capaci di mantenere sani sia il corpo che la
mente e, sebbene non ancora di utilizzo diffuso, sono già attivi preparatori virtuali e mental coach, creati dall’intelligenza artificiale, che, una volta misurati i livelli di stress e di ansia, prescrivono diete e indicano stili di vita alternativi, dando preziosi consigli per tutte le età. 

Molti si fondano sul buon senso tipo il “Vai a giocare in giardino!” che diceva mia mamma, senza avere una laurea in psicologia cibernetica. 

Ci sono poi i gadget del benessere da indossare, definiti con un termine inglese: wearable. Da ascrivere irrimediabilmente nella categoria dei Boomer chiunque abbia pensato ai soli smartwatch! Infatti, oltre agli orologi che contano i passi quando andiamo a correre, sono oggi disponibili dei dispositivi da applicare ai vestiti, o dei vestiti stessi, capaci di monitorare il battito cardiaco, la respirazione e la temperatura corporea oltre a scambiare informazioni con l’ambiente circostante e a insegnarci, tramite impulsi, come migliorare le nostre prestazioni. 

Arriviamo quindi alla realtà virtuale, quella di Meta per capirci. Il tanto decantato Metaverso di Zuckerberg fatica a decollare
ma i visori 3D, necessari per visitarlo, stanno trovando numerose altre applicazioni in diversi settori (auto, moda, formazione, ecc.). Fitness e Benessere non fanno certo eccezione perché il Metaverso potrà diventare un buono strumento capace di trasformare lo sforzo fisico in gioco e stimolare l’utente a lavorare più intensamente. Pedalare su una cyclette immersi nella natura ricreata dalla realtà virtuale è senza dubbio più eccitante che farlo guardando il muro della nostra stanza. 

In ambito fitness il visore 3D è uno strumento ormai di uso corrente, mentre, per il wellness alcune aziende di attrezzature per SPA stanno cercando di abbinare la realtà virtuale alle tecniche di rilassamento, proponendo lettini massaggio connessi al visore VR. 

La tecnologia e il benessere sono due elementi così importanti, e strettamente interconnessi, da spingere Samsung Italia a creare Welliving: “un programma studiato per la diffusione di una cultura condivisa del benessere, che si basa su un approccio aperto all’innovazione, dove la tecnologia diventa catalizzatore e abilitatore di esperienze di benessere”. Il nuovo progetto che partirà su TikTok (e dove altrimenti?) metterà a disposizione la consulenza di psicologi e psichiatri con cui confrontarsi per la gestione di problematiche legate allo stress (spesso creato dagli stessi social network, aggiungo io). In conclusione, ci si prospetta un futuro distopico, in cui dovremo affidarci completamente alla tecnologia per ripristinare o migliorare il benessere delle persone, ma – a mio parere – ciò è come attivare una centrale a carbone per fornire energia ai
depuratori dell’aria. 

Un breve consiglio finale: comprate un’obsoleta sveglia anni ’90, e la mattina spendete del tempo per cercare di spegnerla, invece di gettarvi a capofitto sul vostro telefonino. Eviterete lo stress da notifica, almeno non prima di aver bevuto un buon caffè, preferibilmente fatto, con una vecchia caffettiera”.

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